Dymove. Diversity on the Move è un progetto di ricerca cofinanziato dall’Unione Europea – DG Justice – Programma Progress, il cui obiettivo era esplorare il tema delle discriminazioni nel mondo del lavoro e nella pubblica amministrazione. Realizzato da Codici in partenariato con UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), Cittalia, ARCI, ArciGay, A.Ge.D.O., Associazione Carta di Roma, MIT, ENAR, FISH e Fondazione Sodalitas. La ricerca è stata condotta a livello europeo e si è concentrata sul tema delle buone pratiche di diversity management nelle amministrazioni pubbliche e nelle public utilities dei trasporti. Il Diversity Management è l’insieme delle strategie volontariamente e intenzionalmente messe in atto da un’organizzazione per modificare le proprie caratteristiche, attraverso il reclutamento, l’inclusione e la promozione di persone espressione delle molteplici diversità presenti nella società (di genere, origine etnica, età, abilità fisiche, orientamento sessuale, identità di genere, etc.).
L’ipotesi che sta alla base del diversity management è che una gestione della forza lavoro centrata sull’inclusione e sulla promozione della diversità offra alle aziende e alle amministrazioni pubbliche, tra le altre cose, anche una serie di vantaggi competitivi, come l’incentivo al cambiamento, la valorizzazione dei talenti, la spinta a trovare soluzioni innovative, la capacità di rispondere all’eterogeneità di clienti e mercati, l’aumento del commitment dei dipendenti, la valorizzazione dei background formativi e di esperienza, la creazione di un ambiente di lavoro più armonioso. La ricerca ha preso la forma di un libro a cura di Marco Buemi, Massimo Conte e Gabriele Guazzo, Il diversity management per una crescita inclusiva. Strategie e strumenti (Franco Angeli, Milano 2016).
Il progetto Dymove ha inoltre previsto un percorso di formazione sul tema della diversità e della lotta alle discriminazioni sul posto di lavoro che ha coinvolto operatori di Ferrovie dello Stato e di ATAC Roma. Ha infine promosso, partendo dalla valutazione delle pratiche già in essere, la sperimentazione e diffusione di strumenti di audit che possano sostenere il monitoraggio delle performance degli enti pubblici e delle public utilities, partendo dalle esperienze delle città di Genova, Bologna, Ancona e Palermo.
ph. © Helgi Jóhannsson (still da Astrid S – Hyde video)