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Referendum: 5 cose da dire a chi non sa se votare

Domenica 8 e lunedì 9 giugno si vota per cinque referendum abrogativi: quattro riguardano le politiche sul lavoro, uno la cittadinanza. Come Codici, crediamo che partecipare sia un atto di cura verso la collettività e abbiamo deciso di sostenere la campagna per il “Sì” principalmente per due motivi.

Il primo è dare visibilità e supporto a chi da mesi si sta mobilitando per informare e attivare. Il secondo è provare a raggiungere chi ancora non sa se andrà a votare. Non si tratta di schieramenti astratti, ma di scelte che incidono sulla vita quotidiana di migliaia di persone. Abbiamo scelto di concentrarci in particolare sul referendum per la cittadinanza, perché è quello che tocca più da vicino il nostro lavoro.

Ci sono professioniste e professionisti dell’educazione che ogni giorno incontrano persone escluse dalla cittadinanza. Persone che spesso non sanno, né loro né le loro famiglie, che si voterà. Anche nei contesti più attenti, il tema rischia di passare sotto traccia.

Per questo abbiamo preparato una “guida al voto” composta da informazioni e riflessioni utili a orientare. Inoltre, abbiamo composto una lista di cinque cose da dire a chi non sa se votare, da far circolare per restituire il senso di questa mobilitazione.

5 cose da dire a chi non sa se votare

  1. Immagina se l’intera città di Torino – quasi un milione di persone – non potesse votare, partecipare a concorsi o andare all’estero. È la condizione di quelle ragazze e quei ragazzi che crescono in Italia, vanno a scuola, ma non hanno la cittadinanza.
  2. Oggi in Italia servono spesso più di 10 anni per ottenere la cittadinanza. Il referendum propone di dimezzare i tempi di attesa per chi ha già tutti i requisiti previsti dalla legge.
  3. L’Italia è tra i paesi europei con le regole più restrittive e i tempi più lunghi per la cittadinanza. Un SÌ al referendum ci avvicina semplicemente alla media europea. Ed è solo un piccolo passo.
  4. Negare la cittadinanza significa tenere ai margini persone che già vivono, studiano e lavorano qui. Escludere questa fascia di popolazione significa ignorare i loro diritti, creando isolamento sociale.
  5. Tantissime persone crescono in Italia coltivando radici diverse, identità multiple. Aprirsi a questa pluralità rende il paese più vivo, più curioso, più capace di immaginare il futuro.

Sì vota

domenica 8 giugno dalle 7 alle 23
lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15

Diffondi la voce.

Data: 5 Giugno 2025
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